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L’ARCA DEL GUSTO
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Schita Web
La Schita è una ricetta dalla tradizione molto antica, ma la sua notorietà ha superato i confini locali dell’Oltrepò Pavese a partire dall’aprile 2020 grazie ai Social Network. Il fatto scatenante è stata la foto di una Schita che ho cucinato una domenica durante il Lockdown e che ho inserito nel mio profilo Facebook.
Nel giro di ventiquattr’ore sono stati in tanti a cucinare Schite e a condividerne le immagini, al punto che ho attivato subito un gruppo dedicato su Facebook. Attualmente il gruppo comprende moltissimi iscritti e, quando è stato possibile, varie realtà hanno organizzato eventi con la Schita, non soltanto in Oltrepò Pavese.
Sebbene il mio lavoro consista proprio nella valorizzazione e nella comunicazione dei territori, in un ambito di turismo culturale in cui l’enogastronomia riveste un ruolo essenziale, tutto questo non era pianificato e programmato. Mi è sembrato però opportuno incentivare quanto stava accadendo, perché accadeva e accade in modo genuino.
Sono state molte le persone che, insieme, hanno condiviso l’obiettivo di far conoscere la Schita e, attraverso di essa, l’Oltrepò Pavese, che è il territorio della Schita. Un particolare contributo a questo obiettivo è venuto dai miei colleghi giornalisti che, spontaneamente, hanno iniziato da subito a scrivere e parlare della Schita e del fatto che fosse diventata Social. Perché la novità è proprio questa, non la Schita in sé, che esiste da secoli: i nuovi strumenti di comunicazione e di condivisione hanno fatto in modo che la Schita diventasse comunicata, quindi saputa, e condivisa, perché cucinarla è alla portata di tutti e il web consente di far partecipe tutti del risultato.
E’ superfluo sottolineare che la Schita è un passe-partout per far conoscere e vivere l’Oltrepò Pavese. Lo è per gli abbinamenti possibili, ma anche perché si tratta di un’identità diffusa, presente in tutti i paesi, quindi un elemento identificativo territoriale. Ha poi una forte carica evocativa per chi è originario dell’Oltrepò. E’ legata ai ricordi, alle nonne che la cucinavano e la cucinano, a momenti di famiglia e di convivio. Non è la portata importante delle grandi occasioni, ma quella della quotidianità, che significa fortemente condivisione, a volte del poco (acqua, farina e un pizzico di sale non sono molto).
E’ anche vero che per il suo essere “Social” e facilmente cucinabile, la Schita ha dimostrato di poter unire anche nella distanza: il 28 giugno 2020, ho proclamato la Giornata Mondiale della Schita Virtuale in modo un po’ iperbolico e le immagini di Schite cucinate e condivise in un solo giorno, in varie parti d’Italia e anche all’Estero, sono state più di 400.
Il recente inserimento nell’Arca del Gusto di Slow Food è una prima garanzia che, oltre alla comunicazione, questa ricetta legata più alla consuetudine che a una sua codifica in ricettari, non sarà persa di vista in futuro.
Cinzia
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